23 agosto 2010

I sentieri sotto i piedi

E' qualcosa che mi manca terribilmente. E mi manca ancora di più quando sono appena tornata.
Camminare in montagna non è soltanto un modo di intendere la vacanza, non è unicamente uno sport. Camminare in montagna tempra il carattere, ti aiuta a conoscere i tuoi limiti, le tue capacità. Quando pensi di essere troppo stanco, di non farcela più a mettere un passo avanti all'altro, quando le gambe ti fanno male e il sentiero continua a salire, ma sai che vuoi arrivare, che ce la devi fare, scopri forze che non pensavi di avere, non soltanto fisiche, e ti senti fiero di te stesso. Allora arrivare alla meta non è più soltanto arrivare, è vincere.
La Valle Varaita ci ha offerto l'opportunità di godere di due splendide camminate, a parte qualche piccola difficoltà dovuta alla scarsità di segnalazioni. Il giorno del nostro arrivo siamo andati dalla borgata Castello di Pontechianale fino al rifugio ed all'omonimo lago Bagnour, attraverso il suggestivo bosco dell'Alevè.
Nel silenzio del bosco abbiamo riposato le orecchie inquinate dai mille suoni della città e ricolorato il nostro spettro visivo di verdi e marroni che avevamo dimenticato.Il rifugio ci ha accolti con l'usuale cordialità, una splendida fetta di torta al cioccolato ed un buonissimo caffè fatto con la Moka. Durante la sosta al lago abbiamo avuto modo di appurare, con piacere, che ci sono ancora bambini e adolescenti che amano la montagna: vederli armati di zaino e bastone, con gli scarponi ai piedi e salutarli quando li si incontrava lungo il sentiero, è qualcosa che fa bene allo spirito.

La nostra seconda camminata ci ha portati a Sant'Anna di Bellino partendo da Casteldelfino. Un percorso lungo, di circa 20 km tra andata e ritorno, a volte non semplice e certamente stancante, ma molto appagante. La vallata di Bellino è a mio parere una delle più belle della zona, si possono ammirare sia vette rocciose che vegetazione rigogliosa e gli spunti per le escursioni sono davvero tanti. Il sentiero che abbiamo percorso era strutturato in modo da obbligarti ad attraversare le numerose piccole borgate della valle, regalandoti così il piacere della vista di angoli suggestivi, meridiane preziose e anche qualche incontro con i gentilissimi abitanti del posto. Inoltre poco prima di giungere a Sant'Anna hanno da poco aperto un rifugio molto bello, costruito recuperando una vecchia caserma: il rifugio Melezè. Anche qui ci siamo ristoranti con una buonissima torta fatta con arancia e cannella ed abbiamo ammirato il panorama che si può godere dalle finestre. Al ritorno, dato che il tempo pareva mettersi al brutto, abbiamo optato per percorrere la strada asfaltata, più lunga ma meno impegnativa, che resta comunque un ottimo punto di vista da cui guardare il paesaggio circostante.


Infine, per riposarci dalle fatiche dei sentieri, abbiamo fatto anche un giro in Francia. Passando per il Colle dell'Agnello a 2744 m siamo scesi nella valle del Queyras e poi risaliti fino a Saint Véran, il comune più alto d'Europa. Anche qui, come nelle borgate di Bellino, abbiamo ammirato le tante meridiane che decorano le facciate delle vecchie case in legno e muratura. Sono una più bella dell'altra e girare per il paese (a piedi perchè le auto non sono ammesse!) alla ricerca degli orologi solari è bello e divertente. Al ritorno in Italia abbiamo continuato la visita dei diversi paesi della valle: la sempre splendida Chianale, uno dei comuni più belli d'Italia, ci ha accolti con le sue meravigliose case in pietra grigia. Pontechianale, che si specchia in un ampio lago artificiale, ci ha sfamati ed abbiamo appurato che i lavori per l'apertura della nuova seggiovia biposto procedono in fretta. Ed infine la troppa caotica Sampeyre, dove però una tappa va fatta, in ricordo di me bambina che correvo per quelle vie... E così è terminata questa breve ma bellissima vacanza!

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